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Condanna Veronica, Bruzzone: “La prova non mancava. Nonno presto fuori dall’inchiesta”

Intervista del 18 ottobre 2016

Condanna Veronica, Bruzzone: “La prova non mancava. Nonno presto fuori dall’inchiesta”

Veronica Panarello è stata condannata a 30 anni di reclusione per l’uccisione del figlio Loris. La sentenza è del Gup di Ragusa, Andrea Reale. È stata emessa a conclusione del processo col rito abbreviato condizionato da una perizia psichiatrica. La Procura aveva chiesto 30 anni per la donna accusata di avere strangolato il bambino con una fascetta di plastica nella loro casa di Santa Croce Camerina il 29 novembre del 2014 e di averne poi occultato il cadavere gettandolo in un canalone.
IntelligoNews ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone…
Tutto come da pronostico?
“Assolutamente, una settimana fa ho dato per scontata la condanna a trent’anni. Non c’era una strada alternativa. Il Gup ha solo contestato l’aggravante del vincolo parentale, ovviamente non ha riconosciuto le generiche. Su questo c’era poco da discutere”.
Ieri l’avvocato della donna entrando in Aula avrebbe urlato “manca la prova, manca la prova”. Ma davvero mancava questa prova?
“Forse l’unico a non accorgersene è lui. Sostenere che manca la prova qui è oltre ogni cosa proponibile. Abbiamo addirittura la prova video dell’occultamento. Era da sola in casa, lei stessa ha ammesso di aver gettato il ragazzino nel canalone. In alcune versioni fornite, in particolare nella seconda, ha affermato di essere a casa da sola. Cos’altro ci serve, la prova video del delitto? Sennò non possiamo andare avanti? Non c’è spazio a nessuna ipotesi alternativa”.
Verità su Loris, Bruzzone: ‘La prova non manca. Nonno presto fuori dall’inchiesta ‘Compresa quella del nonno? Neanche lì avremo sorprese?
“Certo, tant’è che il giudice ha correttamente ritenuto di trasmettere gli atti in Procura per reato di calunnia nei confronti di Andrea Stival. Con questa richiesta tra dieci giorni al massimo uscirà formalmente dall’inchiesta. La vicenda è chiusa, la presunta pista Andrea Stival è completamente priva di ogni fondamento”.
Pista esaminata dai giudici.
“Sì, il giudice l’ha esaminata perché la Panarello ha portato questa versione e di conseguenza ora risponderà anche di calunnia”.
Trent’anni e non l’ergastolo. La rete si domanda perché, ma la soluzione è sempre quella: il rito abbreviato?
“La pena dell’ergastolo non poteva essere quella finale. La scelta del rito abbreviato lo esclude, il massimo della pena possibile era trent’anni”.