Il pericolo corre sul web
Roberta Bruzzone ed Emanuele Florindi tracciano scenari di rischio e strategie di tutela per chi naviga in rete
“Oggi di fatto il 42% dell’intera popolazione mondiale è online. E non sono tutte brave persone. La cronaca nera sempre più spesso ci racconta vicende che mostrano con quanta rapidità e facilità ciò che avviene sui social media può trasformarsi in una vera e propria scena del crimine. Quale protezione è possibile contro chi usa questo genere di sistemi contro di noi? Quali sono i principali rischi che si possono correre? E come possiamo difenderci e difendere le persone che ci stanno a cuore?”. E’ per rispondere a queste domande, come si legge sulla quarta di copertina di “Il lato oscuro dei social media” (Ed. Imprimatur), che la nota criminologa Roberta Bruzzone e l’avvocato Emanuele Florindi, specializzato in diritto dell’informatica, hanno scritto il volume citato.
Un volume di agile consultazione e con un linguaggio facilmente comprensibile a tutti, che analizza nel dettaglio i rischi e i pericoli nei quali si può incorrere soprattutto frequentando i social network, dei quali ai giorni nostri si riscontrano un uso (e un abuso) in costante aumento. Certo, se utilizzati correttamente, gli stessi costituiscono uno strumento molto utile per estendere contatti anche professionali e per seguire i propri interessi con rapidità e facilità. Ma non bisogna “dimenticare che proprio per la loro pervasività ed efficacia sono strumenti potenti”, a cui bisogna “accostarsi con cautela e consapevolezza. Bisogna stare in guardia – spiega Bruzzone – perché i cosiddetti rischi virtuali possono generare ripercussioni negative sulla vita dell’utente molto reali e concrete”.
Già, perché oggi “un crimine su cinque viene commesso in rete, facendo leva su una poco elevata percezione del rischio e una labile tutela della privacy”. Ecco allora il verificarsi di truffe online, cyberstalking, cyberbullismo, pedopornografia e furti d’identità, fattispecie queste a proposito delle quali il manuale di Bruzzone e Florindi aiutano a fare chiarezza, perché con semplicità ed evidenza i due esperti illustrano i pericoli che si celano in rete e soprattutto insegnano ad “applicare tecniche di gestione della propria immagine social, riconoscere la subdola dipendenza affettiva nell’epoca di Facebook, proteggere i più piccoli attraverso strategie di parental intelligence e tutelare la propria privacy con consigli pratici, suggerimenti di autodifesa e indicazioni sulle autorità a cui rivolgersi in caso di difficoltà”.
“Il lato oscuro dei social media” è dunque nello specifico un testo che “contiene una serie di consigli utili per imparare a trarre il meglio dai social media senza correre rischi inutili e pericolosi” e sopravvivere così nella “giungla” degli stessi, “popolata da varie tipologie di nuovi predatori e di nuove potenziali vittime, per evitare che un clic di troppo possa trasformarsi nell’ennesima tragedia che poteva essere evitata”.
Fonte: Ilgiornaleditalia.org