“Che facessero uso di spinelli non mi sorprende, lo fanno una larga parte dei ragazzi di quell’età”, ma “qui parliamo di un progetto vero e proprio, di un delitto preparato con cura. Non è un reato estemporaneo, di chi sta attraversando un momento di non controllo per via dell’uso di stupefacenti. Qui parliamo di due soggetti che a vario titolo e con varie responsabilità pianificano in materia deliberata e lucida”. Così la criminologa Roberta Bruzzone nel commentare su IntelligoNews l’omicidio di Pontelangorino, piccolo borgo di mille abitanti nel comune di Codigoro (Ferrara), che ha visto protagonisti due minori e ha come vittime i genitori di uno dei due. Spinelli, videogiochi, grossi problemi a scuola, denaro: anche questi gli elementi riportati dai principali quotidiani nazionali. Bruzzone si concentra però sul ruolo dei genitori e, partendo da questo caso, dà più in generale ai lettori che sono padri e madri un consiglio: “Prendete in carico la situazione, questo tipo di situazioni non si sbloccano magicamente in un giorno! Bisogna affrontarle, più un ragazzino è apatico e incapace di gestire ogni frustrazione, più alberga in sé una capacità distruttiva che può manifestarsi anche in questa maniera”.
Alcuni amici avrebbero detto, lo riporta il Corriere della Sera, che i giovani facevano uso di spinelli. Una chiave di lettura per andare alle cause di questo efferato omicidio?
“Che facessero uso di spinelli non mi sorprende, lo fanno una larga parte dei ragazzi di quell’età. Ma non credo che la cannabis o altre sostanze simili possano essere in qualche modo riconducibili a un gesto così”.
Lo psicoterapeuta Risé in una nostra intervista ha detto che tante canne alterano però il comportamento, portando a staccarsi dalla realtà e ad essere anaffettivi e violenti.
“L’utilizzo di sostanze stupefacenti crea chiaramente degli scompensi a livello di struttura di personalità e quindi delle condotte. Questo è ascrivibile a situazioni di instabilità morale, alla mancata propensione a rispettare compiti e impegni. Da qui a ricondurre l’utilizzo di questo tipo di sostanze all’atrocità, alla macelleria a cui abbiamo assistito in questa vicenda francamente mi sembra che il passo sia decisamente troppo lungo rispetto alla gamba. Qui parliamo di un progetto vero e proprio, di un delitto preparato con cura. Non è un reato estemporaneo, di chi sta attraversando un momento di non controllo per via dell’uso di stupefacenti. Qui parliamo di due soggetti che a vario titolo e con varie responsabilità pianificano in materia deliberata e lucida, per un periodo abbastanza ampio, un duplice omicidio motivato da rancori di area personale. Non ha nulla a che vedere con un soggetto in alterazione percettiva”.
Molti giornali puntano l’attenzione su quei mille euro. Vale tanto la vita di una persona?
“Ma per questa gente anche meno! Infatti sono bastati ottanta euro di anticipo per poter fare tutto. Qui non è un problema di mille euro, potevano anche essere cento. Il problema è ormai nell’incapacità totale di dare un vero valore alla vita propria e degli altri”.
Da dove deriva tutto ciò? C’è un conflitto tra generazioni?
“C’è una deriva genitoriale. Mi rifiuto di pensare che questi due ragazzini si siano svegliati un giorno come psicopatici. Probabilmente qui c’è un manipolato e un manipolatore, come spesso accade nelle coppie criminali, ma indubbiamente si tratta di due menti che comunque sia non hanno incontrato il giusto contenitore educativo. Un ragazzo che decide di uccidere i due genitori perché l’hanno rimproverato in considerazione dello scarsissimo rendimento scolastico è stato un bambino che forse non ha ricevuto i ‘no’ al momento giusto, o sono stati ‘no’ inconsistenti. Mi dispiace dirlo, ma generalmente è così”.
Dopo l’omicidio ecco i videogiochi, anche quello un modo per staccarsi dalla realtà?
“Per loro fondamentalmente anche il delitto è stato poco più di una partita ai videogiochi. Questi sono soggetti che non hanno la capacità di provare vere sensazioni, hanno bisogno di stimoli in continuazione, ripetuti e della più varia natura. Per me sono gusci vuoti”.
Che consiglio si sente di dare a quei genitori che vedono i figli apatici, distaccati dalla realtà?
“Prendete in carico la situazione, questo tipo di situazioni non si sbloccano magicamente in un giorno! Bisogna affrontarle, più un ragazzino è apatico e incapace di gestire ogni frustrazione, più alberga in sé una capacità distruttiva che può manifestarsi anche in questa maniera. Non si può pensare che un adolescente con queste caratteristiche improvvisamente si risvegli completamente funzionale e adeguato. Un genitore di questo tipo dovrebbe cominciare a farsi delle domande, innanzitutto su di sé come genitore e poi sulla problematica del figlio. Perché di problematica si tratta”.