Intervista del 20 ottobre 2017
Droga Pink, Bruzzone: “Attenti alle analisi, solo test specifici le scoprono”
E’ un uomo di 42 anni di Torino la prima vittima italiana della droga U47700 conosciuta come “Pink” per il tipico colore rosa, droga sintetica ancora legale in Italia nonostante negli Usa abbia già mietuto una cinquantina di vittime. La moglie dell’uomo ha raccontato di come il marito negli ultimi tempi soffrisse di allucinazioni, fino ad addormentarsi a tavola mentre mangiava. E’ stata lei stessa ad accorgersi di come il marito acquistava la sostanza: acquisto online con spedizione domiciliare tramite raccomandata. E pare che chiunque, indipendentemente dall’età potrebbe acquistarla. Intelligonews ha chiesto un commento alla criminologa Roberta Bruzzone.
Possibile che una droga così pericolosa, al punto da aver ucciso in Usa 46 persone, sia considerata legale in Italia?
“Finché non entra negli indici tabellari delle sostanze vietate continuerà ad essere legale. E’ necessario affrettarsi ad aggiornare le cartelle degli stupefacenti pericolosi, purtroppo questa è la prassi. La sostanza va prima individuata, poi vanno analizzate e descritte le molecole impiegate e a quel punto entrando negli indicatori tabellari diventano illegali”.
Al Sert, denuncia la moglie, non si sarebbero accorti che il marito faceva uso di droga nonostante soffrisse di allucinazioni e si addormentasse improvvisamente nei momenti più impensabili. Come è possibile?
“Non c’è nulla di strano. Le indagini tossicologiche vengono effettuate in maniera mirata e sulle droghe cosiddette note, eroina e cocaina per esempio. Non esistono esami a largo raggio su ogni tipo di droga. Se la sostanza non è riconosciuta come droga nel nostro Paese e quindi non è individuata come tale, probabilmente non esistono neanche dei test specifici che possano consentire di evidenziarla”.
Però sempre la moglie avrebbe riferito di aver girato con il telefonino un video per riprendere proprio il marito mentre aveva queste crisi e avrebbe riferito agli operatori del Sert che l’uomo assumeva la sostanza per inalazione anche per via anale. Possibile che non vi sia stato modo di rilevarne la presenza?
“Se la moglie ha detto questo forse sarebbero state utili indagini più approfondite, ma non è detto che il test tossicologico avrebbe comunque rilevato la sostanza. E la modalità di assunzione può voler dire poco o niente. Bisognerebbe capire quanto tempo l’organismo ci impiega ad espellerla, perché potrebbe anche accadere che nel momento in cui si è fatto il test le tracce non erano già più riscontrabili. Fermo restando poi che non si possono rilevare determinate sostanze se non vi sono test specifici”.
L’uomo pare acquistasse la droga online e questa venisse recapitata a casa per posta tramite raccomandata. Possibile sia così facile acquistare certe sostanze? Anche un ragazzino esperto di internet non avrebbe difficoltà a procurarsela.
“Purtroppo manca un coordinamento legislativo fra paesi. E’ chiaro che in un simile scenario chiunque contrabbanda questo tipo di sostanze ha vita estremamente facile”.