Fate attenzione mamme, la maggior parte dei giocattoli che regalate ai vostri figli trasudano stereotipi di genere a dir poco antiquati e decisamente sessisti (nella peggiore accezione) e, di fatto, bombardano i vostri figli con il seguente, subdolo e pericolosissimo messaggio: i maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. Basta entrare in un negozio di giocattoli per rendersene conto. La sezione dedicata ai maschietti pullula di giochi coloratissimi, avventurosi, creativi e molto intriganti.
Abbondano pupazzetti di varia grandezza che ritraggono i più amati supereroi con cui il bambino è “implicitamente” portato ad identificarsi, giocattoli che mirano a stimolare l’aumento delle performance di tipo cognitivo e l’aumento di autostima che, solitamente, la riuscita in tali compiti genera.
Nella sezione dedicata alle “femminucce”, invece, ci imbattiamo in una vera e propria “orda” di pentoline, tazzine, borsette, passeggini, abitini, elettrodomestici vari, tutti realizzati rigorosamente nelle sfumature del rosa (anche sotto il profilo cromatico i giocattoli riservati alle “femminucce” sono decisamente noiosi e banali), tutti naturalmente destinati ad affollare camerette che, ovviamente, vedono nel rosa e nel lilla tenue i colori degli arredi più gettonati.
In questa sezione abbondano giocattoli del tipo “la lavatrice delle meraviglie”, “il fornetto dei sogni”, “la stireria magica”, bambolotti di varie fattezze che si sbrodolano addosso di tutto (o anche peggio…) e che richiedono alla bimba che li riceve in dono la messa in campo di tutta una serie di funzioni accuditive e di matrice domestica (dal cucinare al lavare i panni, dallo stirare all’accudire bebè piuttosto impegnativi…e via così)…insomma un vero e proprio “laboratorio” per future “piccole badanti” (o piccole donnine di casa, che dir si voglia).
Senza contare che ancora oggi, troppo spesso, si sente proferire la seguente frase rivolta alle bambine un po’ più intraprendenti che hanno l’ardire di chiedere giocattoli “anomali” e che, soprattutto, a tali “beceri stereotipi” non hanno alcuna intenzione di inchinarsi: queste non sono cose “da femmine”. E sono soprattutto le “mamme italiche” a contaminare le generazioni successive con tale discutibile “retaggio”.
È bene sgombrare il campo da queste assurde “gabbie” culturali: non devono esistere cose“da maschi” e cose “da femmine”. Mamme carissime, a voi rivolgo un invito con tutto il cuore: non diventate le peggiori nemiche delle legittime aspirazioni delle vostre figlie a cui oggi, ed era ora, nessuna scelta di vita (professionale ed affettiva) è preclusa. Cominciate dall’inizio, proprio dalla scelta dei giocattoli, a far passare il giusto messaggio perché, come sostiene da sempre una donna molto combattiva come Jenny Willott, “stabilire con quali giocattoli i bambini devono divertirsi da piccoli definisce i sogni che coltiveranno e il ruolo che giocheranno nella società, una volta divenuti adulti».
Ce lo dicono da anni gli studi condotti in questo delicato ed importantissimo ambito: un’infanzia più ricca di stimoli apre la mente ed è propedeutica al raggiungimento di una piena autonomia da parte dell’adulto di domani. E l’autonomia, unitamente ad una buona autostima, sono i migliori “antidoti naturali” per superare velocemente tutta una serie di “brutte esperienze” che nella vita capita a tutti, prima o poi, di dover fare.
Parola di Criminologa.