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Loris, Bruzzone: “Dietro la decisione di indagare il nonno credo ci sia dell’altro”

Intervista del 18 febbraio 2016

Loris, Bruzzone: “Dietro la decisione di indagare il nonno credo ci sia dell’altro”

“Dietro la decisione di indagare il nonno di Loris credo ci sia dell’altro: la procura forse ha elementi per i quali disporre ulteriori accertamenti rispetto alle dichiarazioni di Veronica Panarello”. E’ una chiave di lettura che Roberta Bruzzone, criminologa, spende per analizzare le novità di una vicenda complessa oltrechè drammatica. Nella conversazione con Intelligonews, sul piano investigativo focalizza la sua attenzione sulla presunta relazione suocero-nuora, rivelata dalla stessa Panarello ai magistrati, per leggere tutta la vicenda in controluce.

Il nonno di Loris sarebbe indagato dopo le rivelazioni di Veronica: atto dovuto o può esserci dell’altro sul fronte investigativo?

«Credo ci sia dell’altro. La procura può decidere o meno in base a quello che ritiene utile per approfondire e quindi se lo ha fatto, è perché vuole vederci chiaro e ci saranno elementi su cui ritiene di fare luce. Sinceramente, non ritengo tanto in merito alle presunte responsabilità sulla vicenda del bambino perché penso non ci sia spazio per ritenere plausibile quello che afferma la madre; quanto piuttosto sulla ipotetica relazione con il suocero di cui la donna ha parlato agli inquirenti. E immagino che sia in particolare su questo che la procura abbia qualche informazioni e ritenga di disporre verifiche e accertamenti».

Il nonno del bambino nega categoricamente e respinge le accuse della nuora sia sul versante delle presunte responsabilità sulla morte di Loris, sia sulla ipotetica relazione con la donna. Dove sta la verità? E come è possibile farla emergere?

«A mio avviso, occorrerebbe indagare per capire se questa presunta, ipotetica relazione di cui parla Veronica, esiste per davvero oppure no. Quindi immagino che gli accertamenti saranno orientati verso i vicini di casa o i conoscenti; penso che potrebbero essere riviste una serie di intercettazioni che alla luce delle dichiarazioni della donna potrebbero apparire agli investigatori sotto una luce diversa».

Se fosse accertata l’esistenza di una storia tra i due, cambierebbe la posizione del nonno nell’inchiesta e in che modo? 

«Sul piano criminologico, la verità su questa vicenda non la ritengo plausibile in relazione all’omicidio: anche perché quando Veronica Panarello accusa il suocero, cambia l’arma del delitto e noi abbiamo, invece, riscontri medico-legali molto precisi sul punto: si tratta infatti di una fascetta, oltre a una serie di altri elementi medico-legali che sono ampiamente evidenti. Ora, siccome la donna parla di una presunta relazione col suocero, è chiaro che la procura debba indagare, anche perché in maniera assolutamente astratta e ipotetica, il fatto che il bambino magari potesse avere scoperto l’esistenza della presunta relazione, potrebbe rappresentare un possibile movente del delitto. Ma queste sono tutte ipotesi in via generale, che hanno bisogno di riscontri e verifiche da parte degli inquirenti e sotto questo profilo la procura vuole vederci chiaro fino in fondo. Il fatto di indagare il nonno non lo ritengo un atto dovuto fine a se stesso, bensì un atto volto ad approfondire uno scenario che sarebbe abnorme ma che comunque va chiarito».

Quindi la posizione del suocero della Panarello non cambia?

«A mio parere non cambia quasi nulla rispetto alla morte del piccolo Loris. Non credo che vi sia un concorso da parte del nonno laddove, ipoteticamente, dovesse emergere l’esistenza di una presunta relazione con la donna e magari questa cosa possa essere stata sottaciuta ai magistrati. Certo è che di fronte all’ipotesi di un legame tra i due, la vicenda porrebbe altre chiavi di lettura che finora non avevamo».

Ma perché solo ora Veronica si sarebbe decisa a fare queste rivelazioni? 

«Il dato sul quale mi soffermo è l’attivismo nel nonno nelle attività di accertamento portate avanti dagli inquirenti; il fatto ad esempio che si sia costituito parte civile al processo o abbia partecipato alla perizia psichiatrica. Non vorrei che proprio questo attivismo, avesse scatenato in un profilo come quello di Veronica una reazione alla “muoia Sansone con tutti i filistei”: in un profilo come il suo, questo tipo di reazione potrebbe starci. Ma solo gli ulteriori accertamenti della procura potranno dirlo in maniera chiara».