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Migranti criminali. L’identikit della Bruzzone: “Cultura e bivacco non c’entrano. Cosa scatta”

Intervista del 01 agosto 2017

Migranti criminali. L’identikit della Bruzzone: “Cultura e bivacco non c’entrano. Cosa scatta”

A Bari un nigeriano violenta e picchia un’anziana di 75 anni; a Firenze un sudanese ruba la pistola a un agente della municipale e spara quattro colpi; a Siena infine un ivoriano accoltella l’autista di un bus. Tre casi di cronaca avvenuti in poche ore che hanno per protagonisti migranti. Che sta succedendo? Violentare un’anziana è un fatto di tradizione culturale (pensiamo alle marocchinate dell’ultima guerra) o un’estrema mania sessuale? E la delinquenza è forse la logica conseguenza, come sostengono molti, del fatto che questi immigrati sono trattenuti in Italia senza fare niente, se non bivaccare, bere birra, ubriacarsi e dunque rubare e stuprare per vincere la noia? Intelligonews ne ha parlato con la criminologa Roberta Bruzzone.

Nigeriano stupra un’anziana a Bari e qualcuno ha ricordato le marocchinate dell’ultima guerra per evidenziare come in certi popoli le violenze carnali senza età siano un fatto culturale. E’ così, oppure si tratta di un fattore prettamente sessuale?
“Quando assistiamo a violenze sessuali su persone anziane subentra sempre una parafilia a carico dello stupratore. In questo caso l’elemento strumentale del reato è la rapina, non lo stupro. Poi nel corso della rapina la vulnerabilità della vittima e certe caratteristiche come appunto l’età della donna, hanno fatto scattare nell’aggressore una perversione sessuale che probabilmente aveva già e che in quel contesto è diventata la sua firma psicologica sul reato. La rapina è il movente principale, lo stupro diventa invece  aspetto fondamentale per completare l’azione  criminale”.
Quindi si sente di escludere il fattore culturale?
“Sì, perché ci sono stati anche italiani che hanno commesso dei reati a scopo di rapina entrando in casa di anziane che poi sono state anche violentate. Quindi non è un qualcosa che appartiene a determinati ambiti culturali. Siamo in presenza di un soggetto che nutre certe spinte verso persone particolarmente vulnerabili e che in quel momento, eccitato in qualche modo dal potere dell’evento criminale, ha avuto anche una spinta perversa. Non è un qualcosa che scatta in virtù di una matrice culturale, è una perversione individuale che si può trovare in persone provenienti da contesti culturali diversi. E’ una parafilia che porta a ritenere sessualmente interessanti soggetti con particolari caratteristiche, come appunto l’età della vittima”.
In poche ore, oltre allo stupro dell’anziana ci sono stati altri casi di cronaca che hanno avuto per protagonisti migranti. C’è chi dice che questi siano spinti a gesti criminali anche spinti dall’ozio, visto che passano il tempo a bivaccare? E’ una chiave di lettera esatta?
“Direi di no, parlerei di soggetti che hanno già un indole criminale che probabilmente si era già manifestata nel loro paese d’origine. Non è un problema di noia, perché visto che sono tantissime le persone che non fanno niente dalla mattina alla sera e vivono di ozio, dovremmo camminare per le strade in mezzo ai cadaveri. Le matrici che entrano in campo sono diverse. Se uno è delinquente lo è a prescindere dal fatto che trascorra o meno le giornate bivaccando”.