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Minorenni violentano 13enne, l’intervista a Roberta Bruzzone: “Il branco si muove così”

Intervista del 24 marzo 2017

Minorenni violentano 13enne, l’intervista a Roberta Bruzzone: “Il branco si muove così”

Dagli undici minorenni che, stando a quanto riporta Repubblica, sono accusati di violenza sessuale ai danni di un ragazzino di tredici anni, affetto di una leggera forma di disabilità mentale, alla ventenne massacrata a sassate dal ragazzo che, così come scrive l’Adnkronos, avrebbe confessato di averla uccisa. La giovane era incinta e sembra, secondo quanto dicono le agenzie, che proprio la gravidanza non voluta da lui sia stata al centro del tragico evento. IntelligoNews ha parlato di questi due fatti di cronaca nera con la criminologa Roberta Bruzzone
I giornali titolano di questo tredicenne disabile violentato da minorenni. Tre di loro avrebbero meno di 14 anni, dunque non sono imputabili. Questa distinzione è giusta?
“Si può comunque procedere con la misura di sicurezza, su questo non ci sono limiti di età. Chiaramente da un punto di vista giuridico sotto il profilo dell’imputabilità vi è un confine anagrafico insuperabile. Fino al compimento del quattordicesimo anno, per convenzione giuridica, il soggetto non è imputabile. Ciò non toglie che in considerazione della natura particolarmente grave o pericolosa del reato commesso si possa procedere con una misura di sicurezza. La stessa che si utilizza per i soggetti non imputabili per problemi di infermità mentale, ma comunque pericolosi”.Violenza, botte sembrerebbe anche a casa di uno degli aggressori. Cosa ci dice tutto questo, è un ritorno alla barbarie?
Abbiamo a che fare con un branco di delinquenti che pianificava le aggressioni garantendosi il maggior successo possibile e confinando il soggetto all’interno di un’area che controllavano completamente. La pericolosità sociale dei soggetti è importante, a prescindere dall’età”.
 Il sindaco di Giugliano ha definito “terribile” l’episodio, dicendo che l’amministrazione comunale ha “già avviato una serie di interventi ed attività per il contrasto e la prevenzione del bullismo”, quali psicologi, assistenti sociali e avvocati. Può bastare?
“Non basta, bisogna cominciare a ragionare in maniera diversa per quanto riguarda le conseguenze per questo tipo di soggetti. Molti si mascherano dietro il discorso della minore età e spesso i genitori sottostimano la gravità di quello che i figli commettono. Il branco dà potere e se c’è una serie di ragazzini squilibrati che si mettono insieme, nella dimensione del branco Dio solo sa quello che può accadere. Per miracolo non c’è ancora il morto, ma secondo me ci manca poco”.
 Dal napoletano alla provincia di Treviso, dove una ventenne incinta sarebbe stata massacrata a sassate dal fidanzato. Siamo alla sessualità staccata dalla vita, il fatto che lui sembra non volesse il figlio è determinante?
“A quel punto c’è l’assunzione di responsabilità. Per il ragazzo quella storia probabilmente non aveva tutta questa importanza e davanti alle conseguenze di una gravidanza ha ben pensato che la strada più veloce fosse quella di liberarsi di lei e del nascituro e andare libero per la propria strada. Una mentalità tipica del narcisista perverso: finché mi servi e mi soddisfa la tua presenza bene, nel momento in cui diventi un problema ingombrante io ti elimino”.
 Andare libero è un eufemismo perché poi si rischia di stare trent’anni in carcere per una roba del genere.
“Certo, non a caso lui si è adoperato per cercare di farla franca. Chiaramente a modo suo, l’hanno preso subito”.
 Non la stupisce questa tipologia di omicidio?
“Proprio no perché sono sempre le stesse storie, ovviamente cambiano gli attori ma i copioni sono sempre quelli. Quello che mi sento di consigliare alle ragazze, soprattutto a quelle giovanissime, è di fare molta attenzione. Evitate condizioni di questo genere, legate a gravidanza indesiderate. Niente giustifica un atto del genere, ma può diventare una condizione molto pericolosa se si sceglie come compagno il soggetto sbagliato”.