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Nuova pista a Le Iene su Alatri, ma Bruzzone: “Non credo all’ipotesi vendetta”

Intervista del 06 aprile 2017

Nuova pista a Le Iene su Alatri, ma Bruzzone: “Non credo all’ipotesi vendetta”

Il delitto di Alatri continua a far discutere. Ieri intervistata da Le Iene, la sorella di Emanuele Morganti ha affermato “io credo che sia stata una vendetta” rilanciando una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, mentre la novità emersa ieri dalla procura di Frosinone riguarda il cambio del capo di imputazione per le otto persone che sarebbero coinvolte nella morte del ragazzo, tutte indagate per il reato di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi e rissa.
Intelligonews ha chiesto alla criminologa Roberta Bruzzone, che ha seguito attentamente il caso, la sua opinione sugli ultimi sviluppi.

Stanno emergendo ulteriori particolari dell’aggressione a Emanuele Morganti. Che idea si è fatta?

”Avevo auspicato e mi auguravo che ci fosse il cambio del capo di imputazione perché ritengo che tutti i soggetti coinvolti in questo massacro debbano rispondere del delitto di omicidio, non certo di rissa che presuppone la reciprocità delle offese e delle minacce, mentre qua c’era una sproporzione netta. E’ sconvolgente che tra gli indagati ci sia anche un soggetto adulto che avrebbe avuto modo di disinnescare questo coefficiente spaventoso di violenza”.

La sorella di Emanuele ha rilanciato l’ipotesi della vendetta. Ritiene sia una pista percorribile?

”Il branco è stato determinante in questa azione. La vendetta di solito presuppone l’azione di un singolo soggetto, al massimo due, dalle testimonianze invece sembrerebbe che ci siano state una ventina di persone coinvolte nel pestaggio, a vario titolo e a vario livello. Non può essere una vendetta, organizzata così, questo è un massacro tipico del branco. Francamente, per la dinamica dell’aggressione, la vendetta mi sembra difficile da ipotizzare e da sostenere. E’ una dinamica estemporanea, magari nata da un piccolo diverbio o da uno scambio vivace di idee che ha generato una violenza devastante”.

In un centro così piccolo come Alatri, di circa 30mila abitanti, come si può superare un episodio di violenza come questo ed evitare strascichi futuri

”L’unico modo per disinnescare possibili violenze è fare in modo che tutti i responsabili di questo massacro ne paghino le conseguenze. La magistratura sta agendo in maniera rapida, ormai ha individuato i profili di responsabilità più solidi, almeno così sembra, anche il cambio del capo di imputazione mi fa ritenere che abbiano elementi molto solidi per procedere. Questo secondo me è il modo migliore per far sentire immediatamente la presenza dello Stato e far percepire che la morte avrà dei responsabili”.

Ai familiari e ai più stretti conoscenti di Emanuele sono stati ritirati i fucili da caccia. Cosa ne pensa?

”Immagino che la famiglia abbia patito questa decisione ma la ritengo assolutamente condivisibile, visto il clima che si è creato. La magistratura bene ha fatto ad agire in questa maniera perché l’ipotesi ritorsiva da parte di persone vicine al ragazzo potrebbe essere prospettabile, ragion per cui almeno togliere le armi è giusto”.