Intervista del 05 settembre 2017
Parla Roberta Bruzzone: per stupro di Rimini “c’è chi rischia pene non più elevate di 6 anni”
Non si fermano le polemiche sullo stupro di Rimini. I quattro fermati sono un 20enne richiedente asilo congolese (Guerlin Butungu che si difende: “Non c’ero, avevo bevuto e mi sono addormentato”), due fratelli marocchini, di 15 e 17 anni, nati in Italia, che hanno confessato negando però di aver partecipato allo stupro della turista e un 16enne nigeriano. I tre minorenni attualmente si trovano nel carcere minorile bolognese di via del Pratello, l’unico maggiorenne invece è dietro le sbarre a Rimini. Sulle possibili pene che potranno essere comminate, Intelligonews ha intervistato la criminologa Roberta Bruzzone.
Il capo della sezione dello Sco (il Servizio centrale operativo) che si occupa della violenza di genere si è detta impressionata dalla ferocia di questi ragazzi. Cosa ne pensa?
«Non mi stupiscono assolutamente queste parole che sono ancora più inquietanti vista la giovane età. Si tratta di soggetti molto giovani con una sete di potere che viene esercitata attraverso la violenza».
Almeno a vedere il profilo Facebook di Butungo sembrava essere una persona integrata.
«Non è certo la prima volta che un predatore che mostra tale ferocia dà una buona immagine di sè. E’ chiaro che siamo davanti a un soggetto che non solo ha un potenziale criminale molto elevato ma è anche in grado di manipolare i propri interlocutori: infatti era un richiedente asilo che beneficiava di grande supporto dal nostro Paese. Non mi pare proprio che avesse motivi per innescare reazioni violente di questo genere. Un soggetto con una doppia vita. Chi è veramente lo abbiamo visto sulla scena del crimine, poi credo che quella su Facebook, ben vestito, sia solo una maschera».
La madre del 16enne nigeriano è convinta che il figlio sia estraneo alla vicenda e ha detto: “Non è un violento, il mattino dopo era tranquillo a fare la spesa con me”. Come giudica queste parole?
«E’ evidente che almeno con la mamma si comporta in maniera adeguata. Si può permettere di essere una belva quando c’è il branco che lo protegge. Non cambia la nostra valutazione. La madre non può giustificare un atto così grave dicendo che con lei è un bravo bambino».
Prevede pene “leggere” visto la minore età di 3 dei 4 ragazzi?
«Abbiamo la confessione, due si sono consegnati, la giovane età e la richiesta di rito abbreviato. Almeno per i tre minori, realisticamente, non andremo a pene più elevate di 5/6 anni. Sarà difficile arrivare a una pena sufficientemente seria. Il maggiorenne chiaramente ha una posizione più grave».