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Processo Fortuna, la criminologa Bruzzone su “genitori parte civile, bambine in Aula ed ergastolo”

Intervista del 08 novembre 2016

Processo Fortuna, la criminologa Bruzzone su “genitori parte civile, bambine in Aula ed ergastolo”

Questa mattina doveva iniziare in Corte d’Assise a Napoli il processo per l’uccisione di Fortuna Loffredo e gli abusi sulle sue tre amichette. Erano presenti anche i due imputati, che si trovano in gabbie contigue separate, Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi. Il processo, però, è stato rinviato al 16 novembre. Intanto non sarà più possibile filmare le udienze del processo per la morte di Fortuna, lo ha deciso la Corte d’Assise per tutelare i minori. “Udienze ogni mercoledì alle 12”. Lo ha stabilito il Presidente Barbarano, che ha anche espressamente dichiarato la necessità di giungere a sentenza in tempi brevi.

Intelligonews ha contattato la criminologa Roberta Bruzzone per capire tempi e possibile esito del processo…
Il giudice ha annunciato udienze ogni mercoledì, un auspicio possibile o il processo avrà tempi lunghi?
“Francamente non credo che sarà un processo molto lungo, i fatti sono confortati in maniera molto solida dalle dichiarazioni delle minori che sono state sentite”.
I difensori dei due imputati hanno chiesto che le tre bambine, già sentite nei mesi scorsi durante l’incidente probatorio, vengano riascoltate in Aula. La pubblica accusa si è però opposta, ritenendo che si tratterebbe di un inutile trauma per le piccole.
“Non credo che possa accadere, sono state già sentite durante l’incidente probatorio proprio per garantire la massima serenità e il contraddittorio delle parti”.
Cioè, ci spiega meglio? 
“Questo tipo di ascolto tipicamente bypassa la possibilità di risentire le minori in dibattimento. Una modalità che garantisce le medesime possibilità del confronto, l’ascolto delle minori di fatto è già avvenuto nell’ambito dell’incidente probatorio proprio per evitare che venissero risentite”.
 
I genitori si sono costituiti parte civile. 
“Questo è un passaggio assolutamente dovuto”.
Come valuta la decisione di vietare le telecamere?
“Considerando la natura dei fatti, direi che è stata una decisione assolutamente condivisibile. Parliamo di vicende terribili che riguardano minori, la presenza delle telecamere non era accettabile”.
Sappiamo ovviamente che i processi non si fanno su internet, ma in rete c’è già chi si interroga sull’ipotesi ergastolo. Secondo lei è possibile?
“L’ergastolo è assolutamente ipotizzabile. Il capo d’imputazione è l’ergastolo”.