Intervista del 18 novembre 2016
Processo Ragusa, a Bruzzone ricorda caso Padre Graziano: “Il marito? Ecco come finirà”
“Non la sorprende” la scelta di Antonio Logli, anzi era una strada abbastanza prevedibile. Di certo i tempi si accorciano di molto e ora la verità sul caso Ragusa dovrebbe arrivare, salvo sì in questo caso sorprese, “entro l’anno”. Esattamente il 21 dicembre. Roberta Bruzzone, nell’intervista a IntelligoNews, commenta la richiesta di rito abbreviato per Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa scomparsa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 e mai più ritrovata.
La ragione risiede nel tentativo di avere una pena minore o c’è dell’altro?
“Credo che la ragione principale di questa scelta sia contenere i danni in caso di condanna”.
“Certo, i documenti sono quelli già acquisiti”.
“Secondo me sì. Conosco l’impianto accusatorio della vicenda Ragusa, conosco bene in quanto consulente quello della vicenda Piscaglia e devo dire che anche in questo caso mi aspetto una condanna”.
“Sì, penso che dovremmo farcela entro quest’anno. Essendo un abbreviato secco la parola passerà intanto al Pm, poi alle parti civili e quindi alla difesa. Due, tre udienze al massimo e si va a sentenza”.
“Il fatto di uccidere e far sparire il cadavere solitamente è una strategia. In tutti i casi di questo tipo di cui mi sono occupata, ovvero la vicenda di Francesca Benetti e quella di Guerrina Piscaglia, la distruzione del cadavere è volta a sostenere l’allontanamento volontario della vittima”.
“Di solito si tratta di diritti premeditati, quindi lo si mette in conto prima. Poi è sempre possibile che qualcuno sia entrato in campo in questa fase, non lo si esclude mai. Ma ciò non vuol dire che sia necessario”.