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Stupro, “bambinata” per sindaco. Bruzzone: “Folli stereotipi. Così vittime imputate”

Intervista del 05 luglio 2017

Stupro, “bambinata” per sindaco. Bruzzone: “Folli stereotipi. Così vittime imputate”

Hanno scatenato molte polemiche le parole del sindaco di Pimonte, che in un’intervista andata in onda nella puntata del 3 Luglio de ”L’aria che tira” , ha parlato di ”bambinata” relativamente allo stupro di gruppo su una ragazzina di 15 anni da parte di suoi coetanei, tra cui il fidanzato; la giovane aveva poi lasciato Pimonte, e si è recata in Germania con la famiglia. “E’ successo, è un fatto isolato. Ormai è passata – commenta il primo cittadino – sono tutti minorenni, che ti puoi aspettare”. Il giornalista chiede: “Che violentino una ragazza?” e il sindaco risponde: ”No, nel modo più assoluto”. Su questo IntelligoNews ha chiesto il commento della criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone: ”Se mi fossi trovata io al posto di questa persona, soprattutto in virtù della carica istituzionale ricoperta, avrei stigmatizzato con grande veemenza la gravità di quanto accaduto, sottolineando l’intolleranza verso fatti di questo genere e di chi li compie”.

Come commenta le parole del sindaco di Pimonte?

”Io credo che una persona che riveste un ruolo istituzionale non possa permettersi mai, in nessun caso, di alleggerire la gravità di scenari di questo genere. Che peraltro hanno avuto un impatto drammatico, sia sulla giovane vittima che sulla sua famiglia. Definirlo una bambinata mi pare alquanto discutibile. Purtroppo questo tipo di scenari sono il sintomo della persistenza di alcuni stereotipi che, nel nostro Paese, sono durissimi da eliminare”.

Che messaggio dovrebbe passare, invece, in un frangente come questo?

”Se mi fossi trovata io al posto di questa persona, soprattutto in virtù della carica istituzionale ricoperta, avrei stigmatizzato con grande veemenza la gravità di quanto accaduto, sottolineando l’intolleranza verso fatti di questo genere e di chi li compie”.

La ragazza e la famiglia sono poi andate via dal paese. Spesso anche gli strascichi di queste situazioni sono molto pesanti.

”Come spesso accade in questo tipo di vicende, alla fine della favola, sul banco degli imputati in primis ci finisce la vittima e poi tutti gli altri. E mi pare di capire che anche questo sia il caso. Quindi derubricare a bambinata un fatto di tale gravità con conseguenze così importanti e a lungo termine, visto che la vita di questa ragazzina ne subirà un danno irreparabile, è davvero inaccettabile. Da chi rappresenta le istituzioni del luogo dove è avvenuto il tragico evento uno si aspetterebbe un approccio quantomeno più in linea con il codice penale”.