Intervista del 17 maggio 2016
Yara, Bruzzone: “Suicidio Bossetti? Chi ha intenzione di uccidersi non lo preannuncia di solito”
“Chi veramente ha intenzione di uccidersi non lo preannuncia” di questo è convinta la criminologa Roberta Bruzzone che a IntelligoNews si è espressa sulle ultime novità del caso Yara Gambirasio. “Io so che la farò finita qui dentro, perché non posso accettare tutto quello che ho combinato a Marita e me lo merito davvero per quello che ho fatto” avrebbe scritto l’accusato Massimo Bossetti, a processo per l’omicidio della ragazza, nella lettera in cui sembra annunciare un suicidio imminente in riferimento anche alle lettere a luci rosse scambiate tra lui e una detenuta.
Bossetti in una lettera alla madre e alla sorella minaccia di togliersi la vita. Secondo lei può succedere?
“Non è la prima volta che Bossetti purtroppo preannuncia posizioni di questo tipo, sono sicura che gli garantiranno la massima sicurezza in carcere, ma non credo che questo tipo di intenzioni possano essere realistiche. Credo piuttosto che si riferisca al momento che sta attraversando. La ricostruzione che sta effettuando la Procura poi è chirurgica e decisamente precisa, al lecito della stessa verrà richiesto l’ergastolo, e secondo me così sarà. In questo momento il suo sconforto è ai massimi livelli, siamo alla resa dei conti. Si è giunti alle richieste conclusive e la sua difesa cercherà di parare il colpo, ma la vedo impossibile. Quindi davanti a uno scenario di questo tipo non mi sorprende che una persona possa avere dei momenti di sconforto, ma da preannunciare un gesto del genere a metterlo in pratica, normalmente ne passa. Almeno dalla mia esperienza criminologica chi ha intenzione di uccidersi non lo preannuncia”.
Facendo invece un discorso generico, fino a che punto i detenuti sono controllati in carcere? Se si prefissano atti del genere ci riescono oppure no?
“Quelli a rischio suicidio e gli autolesivi vengono sorvegliati 24 ore su 24. Immagino a questo punto che il carcere in cui si trova ora Bossetti, tenendo conto del suo caso, si adopererà per garantirgli tutta la sorveglianza necessaria. Sicuramente avrà anche colloqui con psichiatri e psicologi del carcere, quindi non credo proprio che ci sia alcun rischio. Anzi in questo senso il carcere è il posto più sicuro per Bossetti stesso”.
Lo scambio di lettere a sfondo sessuale con un’altra detenuta e il pentimento nei confronti della moglie, che gli è stata sempre accanto, è una modalità ‘di evasione’ normale per una persona come Bossetti?
“Francamente no. Quelle lettere mi hanno davvero sconcertata, i contenuti sono decisamente particolari, ma soprattutto vista la condizione in cui si trova. Fanno pensare sull’intenzione per il sesso che va ben oltre il normale interesse di un soggetto tipo. Quelle lettere hanno chiaramente dimostrato che lui ha un interesse per l’attività sessuale e per particolari caratteristiche sessuali. È la via d’uscita che ci si aspetta da un soggetto come lui, in un contesto del genere fantasticare su questo tipo di temi e intessere uno scambio di comunicazioni con qualcuno che in qualche modo alimenta questo genere di scenari, per un soggetto che ha un interesse prioritario per l’attività sessuale è assolutamente normale”.Dietro la lettera d’addio potrebbe nascondersi il rimorso verso il gesto commesso?
“Non credo. Questi tipi di predatori molto spesso non provano rimorso. Se ha ragione la pm e il quadro tratteggiato dalla procura è quello corretto, questo tipo di predatori non è in grado di rimorsi. È sempre tutto molto scenico, non a caso questo tipo di cose giungono prima ai media e poi ai diretti interessati”.