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15 enne morta, Roberta Bruzzone: “Perchè non parlerei di vendetta trasversale. Troppa sottovalutazione”

Intervista del 21 settembre 2017

15 enne morta, Roberta Bruzzone: “Perchè non parlerei di vendetta trasversale. Troppa sottovalutazione

È morta Nicolina Pacini, la quindicenne che ieri, intorno alle 7.30, stava scendendo le scale di via Zuppetta a Ischitella quando gli si è avvicinato Antonio Di Paola chiedendole della mamma e al rifiuto di rispondergli le ha sparato colpendola al viso. La ragazza è morta poco prima delle 7 di questa mattina per un ennesimo arresto cardiaco. Oggi, con Roberta Bruzzone, IntelligoNews parla di vendetta trasversale.

Si parla di vendetta trasversale. Che cos’è e quanto è diffusa?”
Non parlerei di vendetta trasversale, parlerei quasi di omicidio per interposta persona. E’ una storia dal sapore persecutorio. C’è quest’uomo chiaramente ossessionato da questa donna e dal fatto di non poterla più avere a disposizione, con un profilo violento noto e dei precedenti, che non riesce più a rintracciare questa donna. Va dalla ragazzina, le chiede dove sta, lei si rifiuta consapevole della situazione e lui non potendo raggiungere il suo principale obiettivo distruttivo le spara in faccia. Purtroppo la ragazzina riceve tutta questa ondata di aggressività che ne ha determinato la morte perché al momento era l’unica disponibile, su di lei è convogliato tutto l’odio e la malvagità di quest’uomo”.

Quando un uomo è così violento, non sarebbe opportuno proteggere tutto il nucleo familiare? 
“C’è un passaggio importante: non a caso lui si è suicidato dopo aver ucciso la ragazzina. Il suo intento era quello di ucciderla, poi si suicida… cosa che accade spesso all’interno di coppie altamente disfunzionali. Che lui avesse sostituito la sua vittima principale con la figlia, consapevole che avrebbe rovinato comunque la vita alla donna, è molto significativo: c’è stato un omicidio premeditato. E’ evidente che in questo contesto, in base a quanto emerge, la mamma di questa ragazzina che conosceva il soggetto non riteneva questo collocamento adeguato, ritenendo correttamente che i figli potessero essere in pericolo. In questa situazione, con la mamma che si era allontanata, la misura cautelare doveva essere emessa non solo nei riguardi della donna – che peraltro mi pare non ne godesse – ma anche nei confronti dei due minori che rimanendo vicino a questo soggetto correvano un grande pericolo”.

Quindi intravede una disfunzione della giustizia? 
“Di casi del genere ce ne sono. Ora parliamo di questo perchè mediaticamente ce ne parlano. Non è oggi che scopriamo di donne che muiono per mano del compagno pur avendo denunciato le aggressioni subite, la stima del rischio spesso viene sottovalutata, la questione derubricata e quindi non attenzionata a dovere. Il problema è di sottovalutazione degli scenari e purtroppo qualcuno ne paga le conseguenze, perchè ogni giorno abbiamo un cadavere diverso”.