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Attentati Germania, Bruzzone: “C’è una terribile sinergia tra disagio e terrorismo. E’ rischio emulazione”

Intervista del 25 luglio 2016

Attentati Germania, Bruzzone: “C’è una terribile sinergia tra disagio e terrorismo. E’ rischio emulazione”

“C’è una terribile sinergia tra gli attentati di terrorismo islamico e gli atti compiuti da chi vive in condizioni di disagio: scatta la sollecitazione emulativa”. Così’ Roberta Bruzzone, criminologa, legge i profili del diciottenne killer nel centro commerciale di Monacon e del 16enne fermato con l’accusa di esserne il complice. Nella conversazione con Intelligonews li classifica fra i fenomeni in aumento anche in Europa e in Italia…
Non solo il killer 18enne ma anche il presunto complice, un 16enne, sarebbe stato in cura per aver subìto atti di bullismo. Lo scenario attuale della società è che da un lato c’è il terrorismo islamico, dall’altro una sorta di terrorismo fai da te con persone che hanno disturbi psichiatrici. Qual è la sua valutazione? E’ un fenomeno in aumento?
“Purtroppo questi due ambiti hanno trovato una terribile sinergia, perché coloro che vivono una condizioni di disagio psichiatrico molto forte, si sentono dei reietti dalla società di riferimento, subiscono prepotenze e soprusi in maniera sistematica, si caricano di energia negativa. A un certo punto arrivano a considerare gli atti di terrorismo di matrice islamica una forma di manifestazione di potere. Quindi, la loro patologia arma letteralmente la loro mente perché diventa l’opzione per una vendetta collettiva, non solo su quelli gli hanno fatto del male, ma sostanzialmente su tutti coloro che lo hanno permesso. Queste persone con personalità molto fragili alla base, veicolano odio e rancore alimentato da questo tipo di patologie perché magari hanno subìto davvero una serie di episodi e di condotte che li hanno fortemente destabilizzati. Si tratta di disturbi sotto-soglia, nel senso che spesso passano inosservati finchè non si manifestano in maniera tragica e nelle vicende che stanno accadendo e sulla base della risonanza mediatica, loro proiettano una sorta di vittoria su tutto e tutti”.
Sono fenomeni in aumento?
“Certamente. L’America li conosce già da molti anni questo tipo di fenomeni che adesso si stanno manifestando anche in Europa. Anche in Italia, c’è una tendenza all’aumento anche in concomitanza con gli attentati terroristici di matrice islamiche, perché poi l’eco mediatico della strage, per loro è un richiamo irresistibile”.
Le vittime di bullismo possono arrivare a compiere stragi e quanto incidono le sollecitazioni che possono arrivare da internet o dalla sfera dei videogiochi?
“Chi diventa vittima di certe dinamiche, già è un soggetto fragile. Succede che si crea un circuito vizioso in cui la frustrazione si alimenta di continuo, e questo anche a causa dei social dove è facile venire presi in giro e dileggiati, cosa pericolosa in soggetti di questo tipo che poi alla fine provano sentimenti di odio e vendetta che possono tradurre in atti violenti non solo nei confronti dei loro denigratori ma nei confronti di tutti quelli che non hanno fatto niente per impedire la situazione che questi soggetti hanno subìto”.
C’è poi il particolare agghiacciante dell’arma comprata in rete. Come commenta?
“Il problema è la facilità con cui è possibile reperire un’arma su internet. E questo accade anche da noi, non solo in America”.
Si è letto sui giornali che entrambi i ragazzi erano affascinati dal killer neonazista di Utoya. A livello mediatico la tv o la stessa rete dovrebbero limitare dettagli su stragi del genere, oppure queste persone dovrebbero essere seguite in strutture protette e non lasciati in giro? 
“C’è un problema di reale individuazione dei profili di rischio. In altre parole, c’è una sottostima enorme da parte del nostro sistema complessivo, anche sul piano socio-sanitario, della complessità di simili patologie, perché purtroppo il monitoraggio su questi soggetti è pressoché assente, perché si considerano situazioni in divenire e quindi legate anche al fattore tempo. Non sempre è così. L’altro aspetto è che ci sono due categorie di eventi che possono sollecitare l’emulazione e sono le stragi e i suicidi. Ecco perché c’è una regola non scritta in cui di questo tipo di scenari si dovrebbe parlare con grande cautela. Quindi serve un monitoraggio costante. I genitori che hanno ragazzi in situazioni di disagio che progressivamente si isolano dalla famiglia, dai gruppi di riferimento, dovrebbero capire dove veicolano il loro interesse”.