Dna su Pamela, Bruzzone: “Violenza di branco, poi depezzamento del corpo”
Il Dna di Innocent Oseghale è stato trovato sui resti del corpo di Pamela Mastropietro. La criminologa Roberta Bruzzone intervistata da Lo Speciale commenta l’ultima novità emersa dalle indagini sull’omicidio della 18enne romana e spiega in che misura potrebbe portare ad una svolta effettiva. Il nigeriano aveva sempre sostenuto di essere fuggito subito dopo il malore che Pamela avrebbe avuto nella sua abitazione a causa di una overdose e di non aver avuto alcun ruolo nella sua morte. Ora le tracce del suo Dna sembrerebbero smentire questa tesi e collocare invece Oseghale sulla scena dell’omicidio oltre che su quella del sezionamento del cadavere. E anche lo scenario sulla tragica morte della ragazza sembra colorarsi sempre di più di aspetti raccapriccianti.
Trovato il Dna di Oseghale sui resti di Pamela. Campioni di dna continuano ad essere prelevati ad altri immigrati. Si aspetta altre novità dall’inchiesta?
“Il fatto che il Dna di Oseghale sia stato rinvenuto sul corpo di Pamela sta a significare che lui ha interagito sicuramente nella fase del depezzamento del cadavere. Questo non è importante soltanto ai fini dell’omicidio che ormai appare perfettamente contestualizzato, quanto per capire chi si è davvero incaricato di effettuare la fase successiva, ossia lo smembramento del corpo e l’occultamento dei resti nelle valigie. E’ un’ulteriore prova che va ad avvalorare lo scenario investigativo ormai tratteggiato dalla Procura”.
C’è poi l’incarico ad un geometra per misurare precisamente le mattonelle dell’abitazione dove è avvenuta la mattanza, dopo che sul cellulare di Awelina, altro indagato nell’inchiesta, è stata trovata una foto datata 22 gennaio dove si vedrebbe dell’eroina presente in un appartamento con mattonelle molto simili a quelle della casa di Oseghale. Quanto è importante questa ulteriore scoperta?
“La Procura sta cercando elementi solidi per poter collocare all’interno dell’abitazione tutti gli indagati di questa vicenda, sia nella fase dell’omicidio e della presunta, ma sempre più probabile violenza sessuale, che in quella successiva del depezzamento del cadavere. Qualsiasi elemento a questo punto potrebbe diventare fondamentale per chiarire e puntellare l’impianto accusatorio. La posizione di Oseghale è abbastanza netta e la sua responsabilità altrettanto solida visto che quella era pure casa sua, ma resta da chiarire quella degli altri indagati che continuano a negare di essere stati in quell’ appartamento. L’indagine supplettiva e i nuovi approfondimenti investigativi sono a questo punto indispensabili per arrivare alla verità. Anche l’esame delle mattonelle potrebbe rivelarsi elemento essenziale per le conferme che gli inquirenti stanno cercando”.
A questo punto si può ipotizzare in maniera più chiara cosa sia davvero accaduto in quella casa?
“Mi sembra ormai evidente che Oseghale ha attirato Pamela in casa sua con la scusa di procurarle la droga, l’ha vista giovane, confusa, disperata e ne ha approfittato per tenderle una trappola. Una volta nella sua abitazione ritengo abbia chiamato i suoi complici con l’obiettivo forse di praticarle uno stupro di gruppo mentre era sotto l’effetto di stupefacenti. Questo probabilmente era il progetto originario, quello di una violenza del branco. Penso che però Pamela, pur essendo sotto l’effetto di droga come hanno rilevato le analisi, abbia opposto comunque resistenza scatenando l’aggressione degli aguzzini sfociata nell’omicidio. Il depezzamento del corpo e l’occultamento dei resti nelle due valigie insieme alla ripulitura della scena del delitto, confermerebbero la volontà di far sparire le tracce”.
Fonte: Lospecialegiornale.it