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Suicidio 16enne per hashish, Bruzzone: “La madre aveva visto disagio. Su social poche idee e confuse”

Intervista del 16 febbraio 2017

Suicidio 16enne per hashish, Bruzzone: “La madre aveva visto disagio. Su social poche idee e confuse”

La vicenda del suicidio del 16enne di Lavagna sta facendo molto discutere. Dai media ai social in molti si chiedono il perché di questo gesto. C’era un disagio più profondo? Cosa ha scatenato la sua decisione? Come interpretare le parole della mamma al funerale? IntelligoNews ha rivolto queste domande alla criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone.

Che idea si è fatta della vicenda di Lavagna?
”E’ una storia particolare, dolorosissima, che però va a smuovere delle fragilità che non erano di certo prevedibili, né dalla madre né tantomeno dagli investigatori; che si sono recati all’interno dell’abitazione, secondo quanto emerge, proprio su sollecitazione della madre che non riusciva ad arginare una serie di comportamenti disfunzionali da parte del ragazzo, il che l’ha portata ad una estrema ratio peraltro nemmeno così rara. È chiaro che le condotte di questo ragazzo, tra cui l’assunzione di stupefacenti, tradivano una serie di problematiche ben più profonde e radicate”.

Una fragilità di fondo legata con l’assunzione di queste sostanze?
”Chi fa uso di queste sostanze, lo fa in qualche modo per camuffare una serie di fragilità e disagi che sono già presenti nella personalità, non è l’uso in sé di stupefacenti ad indebolire la struttura, che è già deficitaria quando si ricorre a queste, chiamiamole così, ‘compensazioni chimiche’. A prescindere dalla sostanza che viene ricercata, la radice è sempre un disagio personologico, che a volte sfocia nel disturbo psichiatrico. In questo caso, potrebbe esserci la possibilità di una struttura di personalità più sul versante depressivo, e questa vicenda, che dal suo punto di vista poteva causare un’onta pubblica e familiare, diventava insostenibile. Non si può pensare, lo ripeto, che gli investigatori siano nella condizione di fare una valutazione del genere”.

Oggi sui social in molti puntano il dito sulla perquisizione, sul fatto che le forze dell’ordine debbano stare dietro alla criminalità: segno dei tempi?
”E’ il solito pensiero di ha poche idee e molto confuse: c’era stata una sollecitazione della madre del ragazzo. E poi, voglio dire, di fronte ad un intervento puntuale e rapido ci si lamenta? Ma stiamo scherzando?”

La madre, durante le esequie, ha espresso il suo dispiacere per non essere riuscita a colmare un vuoto, che evidentemente aveva colto nel figlio.
”Se una madre arriva a chiamare in causa le forze dell’ordine per gestire una problematica con il figlio adolescente, si capisce bene come il disagio lo avesse ben chiaro”.

Cosa si sente di dire, ora, a questa madre?
”Mi posso solo permettere di suggerirle, appena possibile, superato il dolore incredibile di questa vicenda, di rivolgersi a qualcuno per essere sostenuta, perché lo sviluppo di possibili conseguenze psicologiche a carico di questa donna ritengo sia molto probabile”.