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Tiziana Cantone, Bruzzone: “Un’epidemia e italiani i primi. Due comandamenti alle ragazze e corsi web”

Intervista del 15 settembre 2016

Tiziana Cantone, Bruzzone: “Un’epidemia e italiani i primi. Due comandamenti alle ragazze e corsi web”

Tiziana Cantone suicida con un foulard nella sua casa di Mugnano in cui viveva con la mamma. Aveva tentato di cambiare identità per cercare una vita normale e aveva chiesto il diritto all’oblio, ma niente. Dopo un goffo tentativo di cambiare identità per cercare una vita normale ha maturato questo triste finale. IntelligoNews ha intervistato Roberta Bruzzone, autrice anche di un libro che potrebbe aiutare chi si trova accalappiato in rete senza il proprio consenso, “Il lato oscuro dei social media. Nuovi scenari di rischio, nuovi predatori, nuove strategie di tutela”. 
Suicida per un video hard, era stata condannata anche a pagare 20mila euro di spese legali. Bruzzone, per Tiziana una tragedia nella tragedia? 
“L’epilogo di questa vicenda è unito all’impossibilità di perseguire un diritto all’oblio. Ha avuto un ruolo determinante purtroppo nel generare il suicidio finale. Poi, senza dare responsabilità a nessuno, è chiaro che una donna – esposta purtroppo a causa di una serie di comportamenti sottostimati in termini di rischio – viene esposta n maniera irrimediabile e irreversibile messa in rete in quel modo. Perché va considerato come funziona la rete, dove è impossibile cancellare  contenuti del genere da ogni dispositivo perché la loro divulgazione è virale”.
La divulgazione appunto… Come si finisce preda della rete? 
“Io mi sono imbattuta più volte in scenari di questo genere e dopo che si sono determinati nel suicidio finale della donna presa a bersaglio. Da anni mi batto per questi casi, e sono impegnata in progetti che si orientati verso l’istigazione al suicidio, e credo che in questa vicenda ci sia spazio per un’ipotesi di questo tipo. Poi chiaro, vanno individuati gli interlocutori ma chi ha divulgato questo materiale almeno sulla coscienza Tiziana ce l’ha, c’è poco da fare”.
Alle donne che potrebbero trovarsi nella stessa situazione ha qualche consiglio da dare? 
“Eh ma guardi, è un’epidemia di vicende di questo genere, e questo fenomeno è ampiamente studiato. Purtroppo i nostri ragazzi sono i primi in Europa, soprattutto le nostre ragazza, a girare filmati anche pedopornografici fai da te e a diffonderli in  maniera volontaria. E’ l’oggetto del mio ultimo libro ‘Il lato oscuro del Social Media’, di questo tratta e dà anche dei consigli pratici. Una ragazza, a prescindere dall’età, si può trovare in un contesto del genere dove è scattato il fatidico clic e quindi può vedere consegnata la propria vita in mano a qualcun’altro, perchè questo è. Il valore di questo tipo di condivisione è mettere la propria vita, la propria intimità in mano a qualcuno che purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, di questi contenuti fa carne da porco. Casi di questo tipo dovrebbero invitare a maggior cautela, la sfera intima va tutelata, non è fatta per essere ripresa, lasciamolo fare alle pornostar”.
‘Educazione al web’ come soluzione, lo ha chiesto il garante Soroo. E’ d’accordo? 
“Certo, sarebbe ora di introdurlo nelle scuole come materia obbligatoria. Bisogna imparare a sopravvivere in questo tipo di contesto, non è per niente così semplice. E le regole del vivere comune, là dentro non valgono più. Ci sono due comandamenti da osservare: “Tutto ciò che posterai verrà usato contro di te. Dio perdona e dimentica, la rete no”.