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Indiano rilasciato, Bruzzone: “E’ pericoloso. Ipotizzare il movente non è difficile ma il problema è la legge”

Intervista del 23 agosto 2016

Indiano rilasciato, Bruzzone: “E’ pericoloso. Ipotizzare il movente non è difficile ma il problema è la legge”

“Va cambiata la legge e prevedere la custodia cautelare anche per il tentato sequestro. Da questo punto di vista il pm ha applicato la norma”. Muove da qui l’analisi di Roberta Bruzzone, criminologa, sul caso dell’indiano che ha tentato di rapire una bimba di due anni, finito al centro delle polemiche. Nell’intervista con Intelligonews rilancia un’altra urgenza che riguarda il controllo sulle espulsioni.
Come valuta il caso dell’indiano arrestato per aver tentato di sequestrare una bimba di due anni, poi scarcerato con il pm che si difende dalla critiche dicendo che questa è la legge? C’è ancora una strategia da attuare?
“Purtroppo la situazione è questa: per il tentato sequestro di minore sotto il profilo giurisprudenziale ha ragione il pm, ovvero la norma non consente la custodia cautelare; in sostanza non è considerata una tipologia di reato tale da consentire una misura cautelare definitiva, quindi la custodia cautelare non è stata disposta per questo motivo. Il pm non ha fatto altro che applicare la legge”.
Cosa è che non funziona? 
“Occorre cambiare la normativa. Un soggetto del genere si configura come molto pericoloso e bisognerebbe trovare una strada alternativa; bisognerebbe capire – questi sono elementi che chi ha in mano il caso potrebbe avere modo di stabilire – ad esempio se questa persona è affetta da psicopatologie importanti e magari provvedere a una misura di prevenzione, una misura cautelare non sulla scorta del reato presuntivamente commesso per cui è indagato a piede libero, ma sulla scorta di un quadro personologico che in virtù di quanto commesso potrebbe portare a compiere atti della medesima natura e francamente lo ritengo assai probabile che possa accadere perché una persona che sequestra una bambina così piccola in pieno giorno e senza mettere in campo particolari cautele, con molta probabilità potrebbe avere problematiche psicopatologiche importanti”.
C’è il rischio di recidiva? 
“Beh, non è difficile ipotizzare il motivo che lo ha spinto a tentare il sequestro di questa piccola e temo che l’ombra del movente sessuale sia piuttosto importante in questa vicenda. E se questa è la strada, abbiamo a che fare con un soggetto molto pericoloso dal punto di vista sociale”.
Dal percorso di quest’uomo emerge che aveva già un decreto di espulsione non ottemperato e adesso sarà trasferito in un Cie. Per casi specifici come questi cosa c’è da fare? Basta un decreto di espulsione?
“Ma quante volte ci siamo imbattuti in vicende giudiziarie commesse da soggetti che avrebbero già dovuto essere fuori dal nostro Paese? Questo non è certo il primo caso; qui veramente c’è qualcosa che manca all’appello”.
Cosa? 
“Un controllo effettivo messo in opera sui provvedimenti di espulsione. E’ inutile fare dei bei decreti di espulsione, magari anche ben motivati che poi restano solo sulla carta. Qui per fortuna il tentativo di sequestro è stato sventato ma ci siamo imbattuti altre volte con soggetti già espulsi dall’Italia che hanno commesso delitti. Questo aspetto deve far riflettere sul fatto che questo tipo di provvedimenti devono trovare modo di trovare la loro traduzione concreta”.
Quindi in questo caso, più che la legge non funziona il controllo sulla sua applicazione?
“Il decreto di espulsione era stato emesso, non è che il magistrato va per strada a prendere il soggetto e lo porta fuori dai confini nazionali eh… Bisogna verificare se questi provvedimenti poi abbiano un riscontro concreto, altrimenti ci ritroviamo sempre lì, con soggetti ai confini della società e sanno di non aver nulla da perdere quindi si sentono sostanzialmente impuniti e tentano anche cose ben più gravi”.
La madre della piccola dice: ‘la legge italiana mi fa vomitare’ aggiungendo che avrebbe dovuto far finta di non controllare la figlia, farla prendere dal soggetto e poi denunciarlo in modo tale da far scattare la misura cautelare. Qual è la sua valutazione?
“Purtroppo questo sarebbe stato utile per far scattare il sequestro, perché il tentato sequestro non prevede la custodia cautelare. Le parole della madre segnalano una lacuna della legge soprattutto per quanto riguarda il target del tentato sequestro, nel caso specifico di una bambina piccolissima. Bisognerebbe comunque mettere in atto un cambio della legge che preveda la custodia cautelare anche per il tentato sequestro e in determinate fattispecie la possibilità di comminare una misura cautelare”.