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Regeni, Bruzzone: “Basta chiacchiere, neanche Jack lo squartatore avrebbe fatto tanto”

Intervista del 08 settembre 2016

Regeni, Bruzzone: “Basta chiacchiere, neanche Jack lo squartatore avrebbe fatto tanto”

Oggi e domani a Roma è previsto un nuovo incontro tra magistrati italiani e quelli egiziani che indagano sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato senza vita il 3 febbraio scorso sulla strada che collega il Cairo con Alessandria. Al vertice parteciperanno il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, il pm Sergio Colaiocco e per gli egiziani il procuratore generale Nabil Ahmed Sadek e il team di tre magistrati egiziani.
Sono previste tre sessioni di lavoro, tra giovedì pomeriggio e venerdì. Tra i temi che verranno toccati ci sono anche i tabulati telefonici integrali e chiesti a suo tempo dai pm di casa nostra. Ed i magistrati della Capitale hanno ricevuto proprio nelle ultime ore carte e documenti dall’università di Cambridge e dal college di Girton. Elementi utili per ricostruire in maniera complessiva l’impianto del lavoro di ricerca fatto da Regeni. Nel frattempo, purtroppo, emergono anche nuovi particolari sulla orribile morte del ricercatore italiano, per il quale più volte il web si è mosso e la cui fine ha indignato (abbastanza?) l’opinione pubblica.
IntelligoNews ha raccolto il commento della criminologa Roberta Bruzzone
I magistrati egiziani sono arrivati a Roma, si torna a parlare di un caso finito quest’estate forse un po’ nel dimenticatoio?
“Più che di chiacchierate i magistrati italiani hanno bisogno di informazioni. Di quelle che specificatamente hanno chiesto, ma che da mesi attendono invano. Gli incontri vanno bene, ma le domande sono state già fatte da tempo e sono stati chiesti atti molto specifici e al momento non c’è stato nessun riscontro. Negli incontri c’è bisogno di carte”.
Nuovi particolari agghiaccianti emergono dalla relazione del professor Fineschi, con lettere incise sul corpo di Giulio. 
“La cosa tragica di questa vicenda, al di là dell’evento morte che è chiaramente terribile, è tutto ciò che ha preceduto la morte del ragazzo. Purtroppo il suo corpo ce lo ha raccontato in maniera sconvolgente, con il report autoptico non credo si possano avere dubbi. Questo ragazzo è stato seviziato e torturato in maniera inquietante per almeno una settimana prima della morte. Questo porta inevitabilmente in una direzione, altro che raccontare favole…”.
La mamma di Regeni ha detto che gli italiani non possono neanche immaginare ciò che ha subito il figlio. Che effetto le fa sentire simili dichiarazioni?
“Purtroppo la comprendo. Sono quasi vent’anni che mi occupo di delitti, ne ho viste di tutti i colori. Le assicuro però che le condizioni in cui era questo ragazzo sono un qualcosa davvero di impossibile da rendere nel racconto. Nemmeno Jack lo squartatore avrebbe combinato una cosa del genere. Non è possibile che questa vicenda non venga chiarita e i responsabili consegnati alla giustizia italiana. Sì, italiana perché Giulio Regeni era un ragazzo che stava lì per svolgere, a pieno diritto, un’attività di ricerca. Nulla più. Ho letto tanti falsità sui motivi per i quali era lì, quel ragazzo merita giustizia. La sua morte grida vendetta”.
Non mancano le voci di chi sostiene che ci siano interessi economici troppi forti tra Italia ed Egitto…
“Sarebbe vergognoso. Qualunque motivo dovesse impedire di individuare chi ha fatto questo a Giulio Regeni ci direbbe che il nostro è un Paese destinato davvero al peggior futuro possibile”.